Tutti almeno una volta nella vita abbiamo sperimentato uno stato d’ansia e di forte agitazione in occasione di un evento particolare. Magari ci siamo sentiti tesi e preoccupati prima di un esame, di un colloquio o di un primo appuntamento con quella ragazza che ci piaceva tanto. Poi, magari, la tensione si è sciolta, il corpo si è rilassato ed è andato tutto bene.
Provare ansia, in alcune situazioni, è del tutto normale.
Cos’è l’ansia
L’ansia, infatti, è un’emozione naturale, un meccanismo fisiologico dotato di un’importante funzione adattiva. Essa, infatti, serve a predisporre il nostro corpo e la nostra mente a reagire di fronte a un pericolo. Il battito cardiaco che aumenta il ritmo, i muscoli che si tendono, la respirazione che accelera, quell’energia improvvisa che sentiamo dentro e non ci fa stare fermi, sono tutte modificazioni che hanno a che fare con la reazione attacco o fuga.
Il problema sorge quando l’ansia diviene sproporzionata rispetto alla causa scatenante, quando raggiunge cioè livelli tali da risultare ingestibile, tanto da compromettere la vita di chi ne soffre. In questo caso si parla di disturbo d’ansia. Ne esistono diverse forme e tipologie, dal disturbo d’ansia generalizzato alle fobie specifiche, che hanno a che fare con situazioni o oggetti particolari (es. aracnofobia).
Tra di esse c’è anche l’ansia sociale detta anche fobia sociale.
L’ansia sociale: paura di agire davanti agli altri
Parliamo di ansia sociale quando un soggetto manifesta agitazione e ansia nei contesti sociali. Chi soffre di fobia sociale, quando si trova a dover agire di fronte agli altri, ha paura di essere giudicato e che il suo comportamento risulti inappropriato. In molti casi, ha il vero e proprio terrore che il suo stato di forte tensione sia evidente e visibile agli altri e che possa arrossire, essere colto da tremore, balbettare o avere la voce tremolante, sudare o addirittura vomitare.
Alla base di questi timori ci sono due elementi fondamentali, in contrasto tra di loro: da un lato c’è il desiderio di dare una buona impressione agli altri e dall’altro l’incertezza, il dubbio di non riuscire nel proprio scopo
Solitamente, chi sviluppa questo disturbo teme quelle situazioni in cui deve compiere una determinata azione davanti ad altre persone. Non è l’azione in sé a preoccuparlo, ma la presenza degli altri e del loro sguardo. Alcune situazioni che scatenano l’ansia sono:
- Parlare in pubblico, di fronte a una platea di ascoltatori o anche dover prendere la parola all’interno di un gruppo
- Mangiare o bere di fronte ad altre persone
- Parlare al telefono in pubblico
- Prendere mezzi pubblici
- Partecipare a una festa
- Esibirsi di fronte a un pubblico
- Conoscere nuove persone
- Usare un bagno pubblico
Si tratta sempre di attività che se eseguite da soli, senza che vi sia la presenza di altri, non creano alcuna ansia.
Secondo alcuni studi, l’ansia sociale è un disturbo abbastanza diffuso tra la popolazione. Si stima che ne soffra circa il 3% della popolazione con punte fino al 13%.
Criteri per la diagnosi della fobia sociale
Esistono una serie di criteri, evidenziati nel DSM5, il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, utili a diagnosticare il disturbo e a poterlo trattare secondo le tecniche messe a punta dalla psicoterapia e, in alcuni casi, della farmacologia.
I criteri per la diagnosi della fobia sociale sono:
- Marcata paura rispetto a situazioni sociali in cui il soggetto potrebbe essere sottoposto allo sguardo e quindi al giudizio delle persone intorno a lui
- Timore di mostrare agli altri i sintomi fisici della propria ansia che verranno valutati in modo negativo, mettendolo in imbarazzo o umiliandolo
- Paura o forte ansia di fronte alle situazioni sociali
- Tendenza a evitare le situazioni sociali oppure scarsa tolleranza delle situazioni sociali che vengono sopportate a costo di molta ansia
- La paura e l’ansia sperimentate dal soggetto sono sproporzionate rispetto alla reale minaccia rappresentata dalla situazione sociale
- La paura, l’ansia o l’evitamento sono persistenti e durano almeno 6 mesi
Ansia sociale: come curarla?
Per uscire da questo tipo di disturbo, la strada migliore è certamente quella di rivolgersi a uno psicoterapeuta esperto in disturbi d’ansia con il quale intraprendere un percorso volto a ritrovare il benessere e ad apprendere le abilità necessarie a gestire al meglio le situazioni sociali che procurano tanto disagio.
Come evidenziato dal dottor Simone Ordine, psicologo e psicoterapeuta a Roma Prati sul sito www.psicoterapiaromaprati.com attraverso la psicoterapia è possibile indagare e comprendere il vissuto emotivo e le dinamiche sottese al disagio che si prova e apprendere le tecniche utili a gestire i sintomi.
In particolare, per la cura dell’ansia sociale risultano di grande efficacia le tecniche della psicoterapia cognitivo-comportamentale che si propone di modificare i pensieri disfunzionali, tutte quelle convinzioni irrazionali e illogiche che ci portano a interpretare erroneamente la realtà e a soffrire.