Torniamo a parlare di salute, questa volta in particolare dell’appendicite, una patologia molto frequente per cui è importante saper riconoscere i sintomi. Si tratta di un’infezione che colpisce l’appendice, una sorta di protuberanza che si trova nell’intestino crasso.
Quando l’appendice si riempie di materiale come le feci si può avere la formazione di queste infezioni. L’appendicite ha maggiori probabilità di presentarsi tra i dieci e i trent’anni di età, ma molto dipende dai casi.
In questo approfondimento vedremo quali sono i sintomi principali e come si può curarla.
Appendicite: le cause e i sintomi
La principale causa dello sviluppo di un’appendicite è la presenta di materiale come feci o di un corpo estraneo all’interno dell’appendice. Questa condizione provoca diversi tipi di sintomi come un forte dolore addominale, nausea, gonfiore, mancanza di appetito e febbre. Per poter diagnosticare la patologia è necessario fare alcuni approfondimenti.
Gli esami del sangue permettono di vedere se aumenta il livello di proteina C reattiva che è indice di un’infezione in corso e se c’è un aumento dei globuli bianchi. Talvolta può essere necessario eseguire anche altri esami come un’ecografia dell’addome o una TAC.
Non dovete mai sottovalutare i sintomi e sottoporvi subito a visita medica, perché l’infezione trascurata potrebbe portare ad una perforazione dell’appendice con conseguente rilascio del materiale nel corpo. Se invece voi o un vostro caro siete avete avuto delle complicanze a causa di un errore medico, consigliamo di contattare un pool di avvocati specializzati in casi di malasanità.
La salute è una cosa importante e bisogna sempre avere cura di sé stessi per evitare che la propria condizione possa aggravarsi notevolmente. Quindi se vi rendente conto che i sintomi tendono ad acuirsi invece di sparire, correte subito dal medico per una visita.
Come si cura l’appendicite?
Il primo step, se ci troviamo in casi in cui ancora lo stato di infiammazione non è grave, la prescrizione di antibiotici proprio per andare ad eliminare lo stato di infezione. Insieme alla terapia viene osservato lo stato di salute del paziente per monitorare eventuali miglioramenti o peggioramenti.
Nei casi più gravi, si procede invece con l’intervento chirurgico, o quando per l’appunto la terapia antibiotica non è efficace. L’operazione si chiama appendicectomia e prevede l’intera asportazione dell’appendice. In laparoscopia vengono effettuate delle incisioni per separare l’appendice dall’intestino e così rimuoverla.
In caso di complicanze, il chirurgo potrebbe dover effettuare un’incisione più ampia, ma avviene in casi molto rari. L’intervento di rimozione ha un recupero molto veloce e i pazienti vengono di solito dimessi tra le ventiquattro e le quarantotto ore.
L’operazione può avere una durata variabile tra i quaranta minuti e le due ore, ovviamente può variare da caso a caso e diminuire o aumentare a seconda delle complicanze che il chirurgo potrebbe incontrare. Purtroppo, l’appendicite non si può prevenire, alcuni studi hanno dimostrato che chi ha una dieta equilibrata ricca di frutta, verdura e fibre è meno soggetto a svilupparla, ma non esiste una vera e propria certezza.
Fonti
www.auxologico.it/malattia/appendicite
www.my-personaltrainer.it/salute/appendicite.html
Disclaimer: “Si raccomanda vivamente di consultare un professionista della salute per ricevere consigli attendibili e una diagnosi precisa, che potrebbero differire da quanto riportato in questo articolo”.