Green pass e traduzione certificata: cosa c’è da sapere

Chi si è vaccinato all’estero e desidera avere il green pass in Italia ha bisogno di una traduzione certificata: per questo è necessario rivolgersi a un’agenzia di traduzioni.

Ottenere un green pass in Italia se si è stati vaccinati all’estero da qualche tempo è possibile: lo ha reso noto poche settimane fa il ministero della Salute attraverso una circolare ad hoc. Tuttavia la procedura può essere abbastanza complicata, dal momento che essersi vaccinati in un Paese straniero vuol dire avere tutti i documenti redatti nella lingua locale e non in italiano. Per il green pass questo non basta: sono ammessi, infatti, i documenti in lingua inglese (o anche in lingua tedesca, se ci si trova nella Provincia autonoma di Bolzano), ma non quelli scritti in lingue differenti. Che cosa fare, allora?

La traduzione certificata

Quello di cui si ha bisogno è una traduzione certificata, che permetta – appunto – di usufruire di una traduzione di tutti i documenti dalla lingua originale all’italiano. Entriamo più nello specifico per capire come funziona e di che cosa si tratta. Rivolgendosi a un traduttore che operi come libero professionista o a un’agenzia di traduzioni si ha la possibilità di ottenere la traduzione del certificato di vaccinazione che è stata rilasciata dall’autorità sanitaria del Paese in cui è stata o sono state ricevute le somministrazioni.

La traduzione certificata non richiede un giuramento

Non bisogna commettere lo sbaglio di confondere una traduzione certificata con una asseverata, dal momento che si tratta di due realtà differenti. Una traduzione asseverata, infatti, presuppone da parte del traduttore un giuramento che deve essere effettuato in tribunale, presso lo studio di un notaio o di fronte a un giudice di pace. Ebbene, nulla di tutto questo è necessario per la traduzione certificata che serve per avere accesso al green pass.

Che cos’è una traduzione certificata

In che cosa consiste, dunque, una traduzione certificata? In poche parole, viene richiesto che la traduzione sia accompagnata da una certificazione, che deve essere garantita da una società di traduzioni o comunque da un ente accreditato: in questo modo può essere attestato che la traduzione che è stata realizzata rispecchi in maniera fedele il testo contenuto nel certificato vaccinale. Non è superfluo sottolineare che la certificazione deve essere fornita nella stessa lingua usata per tradurre il documento di vaccinazione. Non solo: sulla certificazione devono essere indicate le informazioni presenti sulla carta di identità del soggetto, a cominciare dalla data in cui il documento è stato rilasciato, con l’indicazione dell’ente che ha provveduto a farlo.

La procedura richiesta per ottenere il green pass

Una volta che ci si è procurati la traduzione del certificato di vaccinazione, poi, ci si può rivolgere agli uffici dell’Azienda sanitaria locale di competenza per capire in che modo procedere, qual è l’iter da seguire e soprattutto quali sono i documenti che devono essere consegnati. Il green pass può essere concesso non solo a coloro che si sono vaccinati all’estero, ma anche a chi si è ammalato in un Paese straniero ed è poi guarito. In tutti e due i casi, infatti, viene garantita la completa immunizzazione.

Come scegliere un traduttore affidabile

Purtroppo nel nostro Paese non esiste un albo di traduttori; per questo motivo è sempre preferibile contattare un’agenzia di traduttori madrelingua, possibilmente con competenze specifiche nelle traduzioni mediche. Esse, infatti, presuppongono la conoscenza di un linguaggio tecnico che richiede una preparazione accademica meticolosa e importante. Come si vede, dunque, è opportuno affidarsi a un traduttore esperto e professionale per avere la certezza di ottenere la certificazione verde che permette di muoversi liberamente in Italia.

Burocrazia e documenti: che cosa c’è da sapere

I documenti che saranno presentati potranno ricevere una convalida unicamente da parte di personale medico. Occorre ricordare, poi, che nell’ipotesi in cui nel Paese straniero sia stata ricevuta unicamente la prima dose di vaccino, sarà possibile richiedere e farsi rilasciare il green pass unicamente nel caso in cui non si sia giunti a scadenza dei termini di validità. Questi vengono definiti in considerazione del limite di tempo massimo che deve essere rispettato per la seconda dose, che cambia a seconda del vaccino che è stato somministrato: per Moderna e per Pfizer è di 42 giorni, mentre per AstraZeneca è esattamente il doppio, 84 giorni.

Cosa faranno i servizi sanitari regionali

Verrà garantita l’abilitazione dei servizi sanitari regionali per accedere a una funzionalità specifica che viene messa a disposizione nel Sistema tessera sanitaria, con il personale addetto che dovrà essere abilitato dall’amministratore di sicurezza locale del Sistema stesso. Le informazioni relative alle vaccinazioni che sono state eseguite all’estero verranno messe a disposizione delle Regioni di residenza per poi finire all’interno della piattaforma nazionale DGC, di modo che il green pass potrà essere generato in maniera automatica e, a quel punto, scaricato dai richiedenti.