Una delle situazioni in cui nessuno vorrebbe mai trovarsi, è quella di perdere il proprio telefono. Ma se succede e venisse rubato, sicuramente la prima cosa che farebbe un qualsiasi ladro astuto, sarebbe quello di spegnerlo immediatamente.
La domanda però rimane sempre la stessa: rivolgendosi a dei carabinieri, essi quando e come possono rintracciare il telefono seppur è spento? A tal proposito c’è da fare una considerazione importante, non sempre è possibile riuscirci.
Ogni cellulare è in possesso di un segnale GPS. Il localizzatore però, deve risultare attivo finché la polizia (grazie alla sua strumentazione), possa riuscire ad individuarlo. Se anche la sua posizione si trovasse offline, difficilmente si potrebbe risalire al luogo in cui si trova.
Lo stesso avviene tramite una chiamata telefonica, i carabinieri o le forze di polizia, riuscirebbero a rintracciarla solo se il telefono risulti attivo in una conversazione. Viceversa non ci sarebbe modo (e né motivo), per poter trovare il cellulare.
Quello che le forze dell’ordine fanno una volta ricevuta una denuncia di smarrimento, è farsi dare l’IMEI del telefono ed utilizzare l’apposita apparecchiatura per poterlo trovare. Nel caso in cui fosse spento, non sarebbe possibile rintracciarlo per via dell’assenza di segnale.
Dunque quello che fanno è risalire alla prima posizione utile, quando il device mobile era ancora acceso ed attivo, per poi cercare di ricostruire la possibile scena dell’accaduto e attendere che prima o poi qualcuno lo riaccenda.
Un altro metodo utilizzato dai carabinieri è quello di individuare le celle telefoniche. Il problema di tale soluzione è l’assenza di precisione, in quanto il cellulare potrebbe agganciarsi ad una cella pur nonostante la sua posizione si trovi in diversi punti del territorio circostante.
L’unico modo per poter ottenere la posizione esatta è sperare che la copertura di una cella telefonica sia “piccola”, la cosiddetta microcella urbana. Mentre nel territorio extraurbano, una macrocella potrebbe complicare la ricerca del telefonino rubato o smarrito.
Questo è il motivo per cui questa tipologia di segnale criptato potrebbe avere un piccolo margine d’errore (anche di qualche metro), oppure di margini eccessivamente grandi, come ad esempio un errore di tanti chilometri.
Per risalire alla localizzazione esatta di un cellulare, polizia e carabinieri hanno la necessità di richiedere l’approvazione da parte di una autorità giudiziaria. Questo perché per avviare le indagini occorre una ricerca approfondita tramite i tabulati telefonici (gli stessi da cui vengono individuate le celle telefoniche).
Esistono altresì, altre opzioni per poter rintracciare un telefono spento. Queste però non possono esser utilizzate dai carabinieri (in verità da nessun altro), in quanto sono illegali a meno che non sia il proprietario stesso ad aver eseguito una auto–installazione.
Facciamo riferimento a delle cimici installate internamente oppure a dei software di spionaggio, il cui algoritmo riuscirebbe a mandare segnali di input in qualsiasi momento, in quanto occorrerebbe un controllo simultaneo in un altro device mobile.
A meno che non si tratti di una operazione stabilita dal proprietario del telefono, di per sé sarebbe illegale.