Una parte molto delicata del nostro corpo, praticamente la utilizziamo per una enormità di azioni quotidiane: da quando ci stropicciamo gli occhi a quando ci tiriamo su le coperte prima di addormentarci, o meglio, a quando posiamo lo smartphone sul comodino . Il polso ha 8 ossa collegate a ulna e radio, quest’ultimo è quello maggiormente esposto a rottura. Individuiamo 4 tipologie di fratture: composta, scomposta, instabile e aperta.
Statisticamente il trauma grave lo si ha in caso di incidente stradale, nello specifico parliamo di incidenti stradali in moto. Ma è possibile che l’osso si rompa anche per fragilità come ad esempio per un paziente che soffra di osteoporosi. L’osso maggiormente esposto a rotture gravi è l’ulna.
Possiamo avere differenti situazioni post trauma, ovvero, è possibile avere una stabilità del polso, dove, in questo caso basta manipolare la zona, manipolazione da parte di un esperto, e tenere ferma la zona con delle stecche o un tutore. Se il trauma è scomposto, ciò le ossa non sono allineate o addirittura ci troviamo in una situazione di rottura esposta, quando l’osso esce fuori dalla carne ed è visibile ad occhio nudo, in questo caso è possibile che si debba intervenire chirurgicamente o comunque riposizionare le ossa in modo da farle saldare correttamente.
Ci accorgiamo di avere il polso rotto perché la zona interessata dal trauma tenderà subito a gonfiarsi, oltre ad un immediato dolore lancinante, a seconda dell’entità del danno, e se la mano continuasse a muoversi lo stesso è necessario e consigliabile recarsi sempre in ospedale. Nei giorni successivi all’eventuale ingessatura se soffriamo di formicolio, è bene rivolgersi ad un medico per o ridurre il gonfiore o allargare il gesso, così da allentare la pressione.
Un modo per capire se l’entità del danno, è possibile effettuare sul mal capitato un semplice test, e cioè far muovere le dita della mano. In base al dolore e ai movimenti che riesce ad effettuare, possiamo in un primo momento capire se il danno è importante o meno.
In ospedale, con molta probabilità, verranno effettuate una o più radiografie. Si valuterà l’entità del danno, a quel punto l’osso è visibile, e se ci sono delle schegge di osso nei tessuti. Il medico sarà anche in grado di valutare se ci sono lesioni tendinee, muscolari etc.
I tempi di recupero sono proporzionali all’entità del danno. È possibile che ci sia bisogno in casi gravi anche la necessità di fisioterapie per recuperare la forza nei muscoli e la mobilità completa. Purtroppo per il polso le statistiche parlano chiaro è spesso c’è bisogno di mesi per recuperare dall’infortunio e possono subentrare dei danni collaterali quali epicondilite, tendiniti, tunnel carpale problema, in casi gravi, risolvibile solo attraverso la chirurgia.