Italiani, popolo di santi, poeti, navigatori ma, soprattutto, di mangiatori di pastasciutta. È risaputo che ciascuno di noi non può proprio fare a meno della pasta durante le nostre giornate. Questo alimento, tanto semplice da creare quanto così delizioso da consumare, dà un sapore diverso alla quotidianità, riempiendola di gusto per il palato e felicità.
Molto spesso, a tavola la decisione tra pasta fresca e pasta secca è centrale. In entrambi casi, comunque, si casca in piedi per quel che riguarda la bontà. Tuttavia, tra le due tipologie di pasta esistono delle differenze sostanziali che interessano vari aspetti, dalle proprietà nutrizionali alla cottura.
Nonostante possa sembrare un argomento scontato, approfondire la differenza tra pasta secca e pasta fresca può far emergere dei dettagli di cui non si era a conoscenza, in modo tale da avere una conoscenza completa sul cibo più amato dagli italiani.
La preparazione
Vedere le proprie nonne impegnate a impastare acqua, semola e uova per creare la pasta protagonista dei pranzi in compagnia di tutta la famiglia è un’immagine molto comune tra gli italiani. La passione con cui quelle mani per decenni hanno impastato quegli ingredienti e la forza per stendere quell’impasto con il mattarello sono delle tradizioni che si tramandano di generazione in generazione.
Quello appena descritto è il processo con cui viene creata la pasta fresca, in cui gli ingredienti utilizzati sono acqua, farina di grano tenero e uova (si possono anche non utilizzare le uova, ma esse donano alla pasta realizzata un sapore decisamente più invitante).
Chiaramente, la produzione della pasta secca segue delle logiche totalmente diverse. Le materie prime che occorrono sono acqua ed, esclusivamente, semola di grano duro. Si tratta della pasta che troviamo in commercio e che può essere acquista in un negozio online come quello de La Pasta di Camerino. In Italia, la Legge n° 187 del 9 febbraio 2021 ha stabilito che la pasta che troviamo sugli scaffali dei vari negozi deve obbligatoriamente provenire dalla macinazione del grano duro da cui si ottiene la semola, anche se la farina di grano tenero può essere presente per un massimo del 3% della composizione.
Altra differenza tra i due tipi di pasta, tuttavia, consiste nel fatto che la pasta fresca, come dicevamo in precedenza, viene stesa con il mattarello e modellata in seguito, mentre quella secca viene trafilata al bronzo o con il teflon per ottenere il formato di pasta desiderato. In seguito, la pasta ottenuta viene sottoposta a un processo di essiccazione che, invece, per la pasta fresca non sussiste.
La conservazione
È proprio la fase di essiccazione che consente alla pasta secca di poter essere conservata per lunghi periodi di tempo dentro le apposite confezioni prima che sia utilizzata per creare i propri piatti preferiti.
Al contrario, la pasta fresca deve essere consumata entro pochi giorni e riposta in frigorifero nel frattempo, a una temperatura compresa tra i 2 e i 4 gradi, per evitare che essa si rovini.
Il livello di umidità e l’apporto calorico
La pasta fresca presenta un livello di umidità molto più alta rispetto alla sua corrispondente secca. Questo aspetto ha un vantaggio notevole: infatti, la maggiore presenza di acqua nell’alimento determina un apporto calorico più basso, ossia pari a 270 kcal per 100 grammi di pasta. La sua controparte secca, al contrario, contiene circa 350 kcal a parità di quantità di pasta. Il motivo di ciò sta nel fatto che sempre la fase di essiccazione della pasta che, anche nel caso in cui venisse fatta a basse temperature, provoca un aumento delle calorie e un raggruppamento delle fonti energetiche. Come vedremo a breve, però, questi ragionamenti sono validi solo prima che i due tipi di pasta vengano cotti.
Al tempo stesso l’umidità più consistente che caratterizza la pasta fresca fa sì, come scrivevamo in precedenza, che questo alimento sia più predisposto alla proliferazione di batteri e muffe. Nella pasta secca è quasi impossibile che ciò accada e comunque dovrebbero passare anni prima che questa vada a male.
La cottura
Entrambe le tipologie di pasta, nel momento in cui vengono cotte assorbono dell’acqua ed è proprio quest’ultimo elemento che abbassa il contenuto calorico. Per sua natura, la pasta secca è disidratata e per questo motivo è destinata ad assorbire più acqua rispetto alla pasta fresca e a far scendere le calorie presenti nell’alimento. Dunque, scopriamo che in seguito alla cottura la pasta fresca e quella secca hanno un contenuto calorico pressoché pari. Se si sta seguendo un piano alimentare per perdere peso, perciò, scegliere l’una piuttosto che un’altra, per quel che riguarda le calorie, non porta a dei vantaggi rilevanti. In aggiunta, è sempre il condimento, come l’olio EVO e i sughi utilizzati, che rendono un piatto ipercalorico il quale potrà essere smaltito camminando o facendo palestra.
Siccome la pasta secca contiene poca acqua al momento in cui è prodotta, durante la fase di cottura ha bisogno di più tempo per assorbirla e per essere pronta per essere consumata. Ultimo elemento da sottolineare è la resa in cottura, maggiore per la pasta secca e decisamente inferiore per quella fresca.